Il Gegio è forse l’unico che non ha mai avuto necessità di dover dimostrare qualcosa, che poi coincide con il valore; non ha mai dovuto accennare la sua bravura e già per questo per noi è una specie di mito. Non ha mai decantato le sue gesta, indipendentemente da quali fossero, ma ha lasciato che le gesta lo facessero per lui. Basta osservarlo quando arrampica o anche quando partecipa alle gite della sua Sezione o della Scuola, basta guardarlo mentre, responsabilizzato, tiene una lezione di arrampicata sportiva in falesia. Dopo qualche anno rispetto al dovuto, la ragione ha finalmente avuto il sopravvento ed è diventato un Nazionale; adesso speriamo che non confonda Bovisio con Coverciano e che Conte, immerso nella ricerca dei nazionali, non trovi mai il suo numero di telefono! Speriamo inoltre che non si faccia attirare nella cerchia di Lotito per vedere qualche partita dalla tribuna o dalla panchina.

Del Gegio si ricordano tanti episodi, avvenuti durante le salite di ghiaccio, di roccia, durante le arrampicate , nel Lecchese oppure durante le innumerevoli gite sezionali o sgamellate fatte, ma ci sono dei segni indelebili che non ci dimenticheremo mai, ne mettiamo tre storici:

  • Il suo corso di roccia-base al Vajolet, dove ha superato uno strapiombo in scioltezza pazzesca sui massi delle manovre, lasciando tutti di stucco e convinti di rivederlo proprio dove è oggi.
  • Lo Spigolo del Badile, ottenuto dopo sforzi estenuanti e solo dopo che gli abbiamo dedicato una canzone dei Nomadi: “Vado a Bondo!”
  • La salita sullo Spigolo Delago alle Torri del Vajolet (nel 1998?), dove la sua eleganza ha fatto girare la testa ad un’allieva, sino a farle venire la febbre e a farli scendere per questioni di necessità.

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Spezzando il suo vero nome si ritrova “Genio” e qui non è un caso: credo sia uno di pochi in grado di arrampicare veramente nella leggerezza: ricordo benissimo un episodio in Grignetta, dove credo abbia dimostrato in una quindicina di metri……di saper arrampicare nella “Quarta Dimensione”!

Quest’anno finalmente, dopo anni di allenamenti e impegno, dopo tre condoni edilizi e trecento metri-quadri di lavori forzati, ha raggiunto uno dei suoi obiettivi, forse il più bello considerata la sua passione per la montagna: Istruttore Nazionale di Arrampicata Libera.

I suoi amici e la Scuola Valle del Seveso

(autore dell'articolo PataJean; segui PataJean ed i suoi incredibili racconti attraverso il suo blog)